Aspromonte, per la Torre nel cortile la Procura chiede il rinvio a giudizio per 26

Scritto il 16/12/2025
da Luca Fazzo

È la prima inchiesta, partita 3 anni fa, del filone urbanistica

È attesa a giorni la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati nella vicenda della costruzione dell'"Hidden garden" in piazza Aspromonte. Si tratta della prima inchiesta in assoluto, partita più di tre anni fa da un esposto di alcuni residenti, del maxi filone sull'urbanistica. Dopo piazza Aspromonte sono stati aperti più di una dozzina di fascicoli per casi simili di presunti abusi edilizi in nuove costruzioni.

La Procura è pronta a chiedere il processo per gli indagati, che attualmente sono arrivati a 26. Le accuse sono, a vario titolo, di lottizzazione abusiva, abuso edilizio, falso e corruzione. Il progetto è quello di un edificio di tre piani e una villetta abbattuti per far posto a un palazzo di sette piani. Tutto questo - secondo l'accusa - è stato fatto "all'interno di un cortile": proprio sulla definizione di "cortile" si gioca molta della disputa giudiziaria.

Nei mesi scorsi il pm Marina Petruzzella, del pool guidato dell'aggiunto Tiziana Siciliano, aveva notificato agli indagati un secondo avviso di conclusione delle indagini, che prendeva il posto di un primo formulato in precedenza. Nel frattempo gli indagati sono saliti a 26 e si è aggiunta una contestazione di corruzione. Ora la richiesta di processo arriverà sul tavolo di un gup, che dovrà fissare l'udienza preliminare per decidere se mandare o meno a giudizio gli imputati. Tra loro, molti nomi che figurano in altre tranche, come quello di Paolo Mazzoleni, oggi assessore all'Urbanistica a Torino e qui, per l'accusa, architetto "dominus dell'intera operazione", del costruttore Andrea Bezziccheri, dell'ex vicepresidente della Commissione paesaggio Giovanni Oggioni, anche arrestato lo scorso marzo, dell'ex dirigente comunale Carla Barone, dell'ex presidente della Commissione Giuseppe Marinoni e dell'ex componente Alessandro Scandurra.

Anche in questo caso, come in altri simili, una "nuova costruzione" sarebbe stata fatta passare per "ristrutturazione edilizia". Inoltre in assenza "di un piano attuativo", secondo la Procura guidata da Marcello Viola, sarebbero stati sottostimati gli oneri di urbanizzazione, con una "monetizzazione" a carico dei costruttori di "410 euro al metro quadro". I presunti falsi vengono contestati perché, secondo i pm, gli allora componenti della Commissione paesaggio scrissero nei pareri che l'area "non poteva considerarsi un cortile". La corruzione, nel periodo tra il 2017 e il 2020, viene invece contestata a due architetti, anche loro ex della Commissione, e al progettista Mazzoleni, che avrebbe fatto avere loro "incarichi professionali" come contropartita del parere favorevole al progetto di piazza Aspromonte. Nel gennaio 2024 la Cassazione aveva rigettato il ricorso della Procura, che chiedeva di sequestrare la nuova palazzina già in fase di costruzione.

CBas-LF