Danni da mala-movida: Sala annuncia ricorso. La Lega: "Chieda scusa"

Scritto il 16/12/2025
da Chiara Campo

Il Comune condannato a risarcire i residenti di via Lazzaretto. "Sentenza preoccupante"

«Faremo senz'altro ricorso ma è chiaro che è una sentenza preoccupante». Beppe Sala interviene a distanza di tre giorni sulla sentenza del tribunale che ha condannato il Comune a risarcire 34 cittadini della zona Lazzaretto per i «danni da movida», oltre 200mila euro (4.700 a testa) più le spese legali. É la prima causa vinta dai residenti a Milano. «Io capisco i cittadini, li capisco tantissimo - premette - ma d'altro canto non è semplice per noi fare rispettare i comportamenti su una città cosi grande e importante, il mio pensiero è condiviso dagli altri sindaci delle grandi città che sono preoccupatissimi, perchè la vita notturna in tante città è diventata negli anni ovviamente un elemento quasi caratterizzante, però che noi si paghi e conseguenze di tutto ciò veramente ci mette in difficoltà». Quindi ribadisce: «Noi faremo ricorso e vedremo cosa succederà, ci muoveremo anche a livello di Anci, perchè è un problema che riguarda tutti. Alcuni hanno già pagato, altri come noi rischiano». Ci sono già state sentenze fotocopia a Napoli, Brescia e sul quartiere San Salvario a Torino. E sa benissimo il sindaco che la città ribolle. Ci sono già altre quattro cause civili in corso, due riguardano corso Garibaldi, una zona Navigli/via Vigevano, una le Cinque Vie, dopo la vittoria dei residenti di Porta Venezia ci stanno pensando in zona Sarpi, Arco della Pace, NoLo. «Questa sentenza evidentemente stimolerà qualcuno a presentare altre cause» ammette il sindaco.

I cittadini del Lazzaretto hanno avviato la causa

nel 2023 ma facendo riferimento anche ai danni pregressi, provocati dall'esposizione per nove anni a fonti di rumore oltre i limiti di tollerabilità. La sentenza ordina al Comune, che è proprietario delle strade, di «far cessare le immissioni rumorose superiori» ai limiti, in particolare tra le 22 e le 6 del mattino, entro sessanta giorni. Come? Il Comune convocherà un tavolo probabilmente lunedì o martedì prossimo per studiare le vie d'uscita. A inizio novembre è scaduta l'ordinanza in vigore per sei mesi che imponeva ai locali la chiusura anticipata dei dehors e divieto di asporto dalla mezzanotte, ma sia i commercianti che i residenti hanno bocciato gli esiti.

Il Comitato del Lazzaretto ieri dopo le parole del sindaco ha fatto sapere di essere pronto «all'appello del Comune sin dal 2022, avendo deciso di intraprendere l'azione legale con la consapevolezza di dover giungere fino al terzo grado di giudizio. A ogni buon conto, la sentenza di primo grado è esecutiva: il Comune ha sei mesi di tempo per far cessare le immissioni rumorose superiori alla normale tollerabilità nel quartiere Lazzaretto-Melzo. E come cittadini milanesi, ci aspettiamo che inizi da subito a lavorare per individuare i rimedi necessari a conseguire questo obiettivo, invece di disquisire di risarcimenti dovuti e di responsabilità da attribuire a soggetti terzi».

É pronta a fare «come sempre» la propria parte Epam, l'associazione dei pubblici esercizi che aderisce a Confcommercio Milano, ma «dipende dall'approccio del Comune, se continua a vederci come nemici o riconosce che siamo gli unici che posso dare davvero una mano a far

capire come si può risolvere la situazione. Riconosciamo di essere parte di un problema complesso, e siamo sempre stati disponibili a fare la nostra parte in questi anni» sottolinea il direttore generale Carlo Squeri. Che ribadisce però, ancora una volta, come la chiusura anticipata dei dehors non sia la via ma semmai «contribuisca a «peggiorare la situazione, perchè un gestore può riprendere un cliente seduto ai tavoli che esagera, se la gente resta in strada dopo la chiusura, diventa un problema di vigili e forze dell'ordine». E quindi, ancora una volta, torna a rilanciare al sindaco la posizione dei pubblici esercizi: «Deve firmare un'ordinanza che vieta la detenzione e il consumo di bevande alcoliche in strada, lontano dai locali». Cita il modello Genova, dove dalle 22 alle 6 rischia la multa chi viene pizzicato con bottiglie e bicchieri di alcolici nelle aree pubbliche, escluse quelle date in concessione a pubblici esercizi. Esiste dal 2023, la sindaca Silvia Salis l'ha appena prorogata fino al 31 marzo. Il segretario provinciale della Lega Samuele Piscina attacca: «Sala per anni non ha voluto gestire il fenomeno della movida incontrollata e, dopo essere stato condannato, invece di assumersi le proprie responsabilità annuncia ricorso contro i cittadini danneggiati. Amministrare non significa inseguire le emergenze a colpi di ricorsi, la giunta smetta di nascondersi».