Undici anni e sei mesi: tanto, secondo il Tribunale dei minori di Bologna, dovrà scontare in carcere il ragazzino all'epoca dei fatti 16enne che nel settembre del 2024 uccise a coltellate Fallou Sall, un coetaneo intervenuto in difesa di un amico, un 17enne bengalese che aveva avuto alcuni screzi con l'imputato. Una condanna che ha lasciato interdetto il padre della vittima: «Vergogna», ha detto.
Il giovane era accusato anche del tentato omicidio dell'amico della vittima, reato poi derubricato in lesioni gravi, e del porto abusivo di un coltello. Ma nonostante la Procura avesse chiesto 21 anni per omicidio volontario, il giudice dei minori ha usato i guanti di velluto, facendo infuriare i familiari del ragazzino ucciso: «Sappiate che in Italia la pena per omicidio è di 10-11 anni. Omicidio, non tentato omicidio. Questo è un bell'insegnamento per i nostri figli», ha detto il genitore del 16enne ucciso.
La tragedia avvenne il 4 settembre dello scorso anno in via Piave, a Bologna. Il ragazzino ucciso voleva difendere l'amico bengalese (a sua volta accusato di lesioni e molestie telefoniche nei confronti dell'imputato, accuse in relazione alle quali il 17enne ha ottenuto la messa alla prova) che stava litigando in strada con Fallou. Dopo la scazzottata l'imputato era scappato, inseguito da quattro ragazzini, tra i quali la vittima, che sono riusciti a raggiungerlo e a bloccarlo. È durante questo parapiglia che il 16enne ha tirato fuori un coltello e ha colpito a morte il rivale, per poi ferire al collo anche il 17enne bengalese. L'accusa di tentato omicidio, però, nel corso dell'inchiesta è stata ridimensionata in lesioni gravi.
Non si capacità dell'entità della pena l'avvocato Loredana Pastore, legale della famiglia della vittima: «A conclusione di un processo per un fatto gravissimo, che è avvenuto perché un minorenne girava con un coltello, avendo fiducia nella giustizia italiana, speravo in una sentenza che potesse fungere anche da monito. Per la mia esperienza di avvocato, in ogni caso si tratta di una pena troppo bassa per un fatto veramente grave, vedremo le motivazioni. Come ha detto il papà di Fallou, nessuna pena potrà mai fargli riavere indietro il figlio: la famiglia non è solo arrabbiata, ma è proprio avvilita. Stanno cercando di elaborare il lutto o comunque di dare un senso alla morte del figlio anche lottando contro l'emergenza dei minori armati di coltello anche tramite una pena giusta e corretta».
Insoddisfatto, anche se per motivi opposti, l'avvocato Pietro Gabriele, legale del minore imputato, che aveva chiesto l'assoluzione perché il fatto non costituisce reato. Per il difensore si sarebbe trattato di legittima difesa. Ora aspetta di leggere le motivazioni della sentenza, entro 90 giorni, per decidere il da farsi. Non è escluso che decida di fare appello per cercare di ottenere un ulteriore sconto di pena.

