Gaza, Ucraina, G7 e C5: così Trump riscrive gli equilibri di potere globali

Scritto il 16/12/2025
da Emanuel Pietrobon

Trump sembra aver preso atto dell'irrilevanza degli alleati europei, già stigmatizzati nell'ultima National Security Strategy di Washington, e per questo vorrebbe creare un C5. Ecco di cosa si tratta

Il Trump bis scuote l'Unione Europea e l'Occidente dalle fondamenta. Dopo la pubblicazione della tanto discussa Strategia di Sicurezza Nazionale, che quasi pone più enfasi sul Vecchio Continente che sull'Indo-Pacifico, le gole profonde della Casa Bianca hanno iniziato a parlare dell'esistenza di un documento programmatico ancora più lungo e, possibilmente, ancora più controverso.

Secondo quanto riportato da DefenseOne, che avrebbe preso visione di una versione classificata della Strategia di Sicurezza Nazionale del Trump bis, Washington vorrebbe accantonare alcuni dei più importanti forum e formati di dialogo e incontro fra grandi potenze esistenti, in favore di un ambizioso, e per ora puramente ipotetico, C5 o C7.

Trump come Metternich

Le riviste specializzate in scoop politici e militari stanno facendo a gara per coprire la notizia delle notizie: la presunta volontà di Trump di mettere una pietra tombale sulle principali espressioni del cosiddetto ordine internazionale liberale basato sulle regole, come G7 e Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

DefenseOne sostiene di avere le prove: si parlerebbe di C5 o C7 in una versione al momento secretata della Strategia di Sicurezza Nazionale. Politico ha mobilitato la sua rete di contatti a Washington, ottenendo conferma che "hanno avuto luogo conversazioni sul fatto che corpi esistenti come le strutture G [ndr, G7, G20, eccetera] e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite non siano più adatti allo scopo, dati i nuovi giocatori di oggi.

Non è la prima volta che Trump ventila l'idea di accantonare o comunque ridimensionare al ribasso i forum esistenti, come già evidenziato dal suo boicottaggio dell'edizione 2025 del G20 e del disseppellimento del famigerato G2 alla vigilia del vertice di Busan con Xi Jinping. Il C5, il C5+1 o il C7 si inserirebbero in questo contesto di ricerca di nuove piattaforme di dialogo per un mondo nuovo: non ancora multipolare, ma sicuramente post-unipolare. Come Klemens von Metternich nel dopo-Napoleone, il comune denominatore di tutte queste iniziative, per ora ristrette alla dimensione onirica, sembra essere uno: rispolverare l'idea del concerto tra grandi potenze.

Come funzionerebbe un C5

Secondo DefenseOne, il C5 delineato nella Strategia di Sicurezza Nazionale rimasta in circolazione tra gli addetti ai lavori si presenterebbe come un forum composto da Stati Uniti, Cina, Russia, India e Giappone. Due potenze in rappresentanza dell'Occidente - Stati Uniti e Giappone. Due potenze in rappresentanza dell'Oriente - Cina e Russia. Una potenza a metà tra i due mondi. In altre parole: equilibrio.

Il C5 ricalcherebbe il formato del G7, con vertici regolari e tematici. Idealmente, il primo C5 potrebbe essere dedicato a quella che per Trump è la questione delle questioni: la risoluzione del conflitto israelo-palestinese, con annesso l'allargamento dell'Alleanza di Abramo.

Del C7, citato superficialmente e rapidamente dagli anonimi funzionari raggiunti da Politico, non è dato sapere nulla. Forse, data la forma del C5, potrebbe includere altre potenze emergenti, come la Turchia o l'Indonesia. Sicuramente non-occidentali o comunque non europee. Trump guarda altrove: al mondo che sta nascendo a levante del Vecchio (non solo demograficamente) Continente.