La Cgil esulta per la liberazione di Shahin. Fdi: "Quale vantaggio per i lavoratori?"

Scritto il 16/12/2025
da Massimo Balsamo

Shahin è libero "perché non è pericoloso", la linea del sindacato di Landini. FdI in tackle: "Non ci stupisce"

Il copione è sempre lo stesso: la Cgil riesce ancora una volta a spostare il baricentro lontano da fabbriche, salari e contratti per infilarsi a gamba tesa nel campo dell’ideologia. Stavolta il sindacato di Maurizio Landini si è fatto notare per l’esultanza legata alla liberazione dell’imam di Torino Mohamed Shahin, un’euforia tale da sembrare una vittoria sindacale, un avanzamento dei diritti dei lavoratori o chissà quale progresso civile.

Il punto, però, non è solo la notizia in sé, ma il riflesso automatico di un sindacato che sembra aver smarrito ogni bussola. Invece di interrogarsi sull’opportunità politica e sociale di certi messaggi, la Cgil sceglie di schierarsi - per l'ennesima volta - dalla parte più rumorosa e ideologica del fronte radicale. Dopo aver partecipato a iniziative e sit-in, il sindacato ha parlato apertamente di “vittoria per la comunità torinese e per lo stato di diritto” a proposito della decisione della Corte d’appello. Senza ovviamente citare le posizioni dell’egiziano, dal 7 ottobre alla situazione a Gaza. E non è tutto. Nel giustificare la contentezza, la Cgil ha tenuto a precisare che Shahin è libero “perché non è pericoloso”, riporta Repubblica. Con buona pace del giudizio del Viminale e delle autorità.

Non stupisce quindi che da Fratelli d’Italia arrivi una replica durissima, che mette il dito nella piaga di una deriva ormai strutturale. Le tutele sociali sono ormai un lontano ricordo, la Cgil pare più interessata a competere con centri sociali e sinistra radicale nella gara a chi alza di più i toni. A sintetizzare questa critica è il senatore Alberto Balboni, responsabile nazionale del dipartimento Legalità e Sicurezza del partito del premier Meloni: "Sui quotidiani di oggi la Cgil esprime 'profonda gioia’ per la liberazione dell'Imam di Torino Mohamed Shalin, rilasciato per ordine della Corte d'Appello dal Cpr di Caltanissetta, dove era trattenuto in attesa dell'espulsione. Faccio molta fatica a capire quale vantaggio porti ai lavoratori italiani permettere che Shalin torni a diffondere odio dal pulpito della Moschea di Torino predicando che la strage del 7 ottobre non è stata "violenza" ma una "reazione legittima". E proprio nel giorno dell'ennesima terribile strage antisemita compiuta in Australia da estremisti islamici”. Balboni ha poi rincarato la dose: “Ma, in fin dei conti, da un sindacato che fa a gara con i centri sociali, con Fratoianni e con la Salis a chi la spara più grossa e con il proprio leader che incita alla 'rivolta sociale’, cosa ci si potrebbe aspettare di diverso?".

Ma la linea della Cgil non sorprende più nessuno. Ma i delusi sono parecchi e non solo i lavoratori. Intervistato dal Foglio, l’ex portavoce Massimo Gibelli non ha utilizzato troppi giri di parole: “In questa Cgil non mi riconosco più”. Il regno Landini – che lo mise alla porta nel 2023 – è stato semplicemente stroncato: “Una Cgil che abbandona la centralità del mondo del lavoro per un sociale indistinto e protestatario. Ma così si è destinati alla marginalità come sindacato e all’irrilevanza come partito politico”. Basti pensare che il segretario ha incredibilmente depotenziato lo strumento dello sciopero: “Quella è una forma di lotta estrema e nella storia il sindacato l’ha sempre usata con il contagocce, per molti anni non ne sono stati proclamati. Oggi è una dichiarazione di esistenza in vita, è diventata una richiesta di ascolto ma non c’è relazione tra lo sciopero generale indetto, le rivendicazioni e la possibilità di ottenere quei risultati”.