Nulla di nuovo sotto il sole. La sinistra va a braccetto degli studenti che contestano la riforma del governo sull’università. Giuseppe Conte non perde un istante per intestarsi la protesta, seguito a ruota dal Pd. Ma quello che emerge è uno stucchevole teatrino in cui cercano di primeggiare i soliti “professionisti della contestazione”, a discapito di una tematica che, invece, meriterebbe una discussione pacata e ragionata, nel vero interesse degli studenti e del Paese".
Oggi pomeriggio, alle 16, nella sede del ministero dell’Università e della ricerca si apriranno i lavori del Cnsu (Consiglio nazionale degli studenti universitari), eletto di recente. Quale occasione migliore per organizzare, in concomitanza, una grande contestazione alla riforma del ministro Bernini e, implicitamente, a tutto il governo in carica? Detto, fatto. Alla stessa ora è in programma davanti al ministero un flash-mob contro il cosiddetto “semestre filtro” per l’accesso alla facoltà di Medicina, di cui si è molto parlato in questi ultimi giorni.
La sinistra è subito scattata sull’attenti, approfittando dell’occasione per “ascoltare” i problemi degli studenti, cercando di strumentalizzarli per portarli dalla propria parte. Alle 12 Conte incontrerà gli studenti. In questo trito e ritrito giochino delle parti, sfugge un dettaglio importante: cosa prevede la riforma Bernini.
Innanzitutto sparisce il test di ingresso a Medicina. Ci si può iscrivere direttamente senza problemi senza dover superare alcun test. E, particolare non secondario, senza essere costretti a prepararsi per superare questo scoglio nell’ultimo anno delle superiori, mentre, notoriamente, si è impegnati con la Maturità. Insomma, due grossi problemi per anni denunciati sono stati risolti: eliminato il test ed eliminato il problema del doppio impegno di studio in pochi mesi.
Ma cosa vuol dire “semestre filtro”? Molto semplicemente dopo l’iscrizione a Medicina si comincia a frequentare (in presenza e online) ed è necessario che si superino tre esami. Questo è lo “scoglio” da superare per poter continuare il proprio percorso di studi. Si badi bene, se si superano solo alcuni esami questi non vanno persi ma si possono portare dietro in un altro percorso di studi. Da mero adempimento burocratico l’insediamento del Cnsu assume un’altra veste, finendo col diventare, per l’ennesima volta, un’occasione di scontro con il governo. Cosa lamentano gli studenti: "Le criticità della sua riforma sono chiare ed evidenti: aumento sfrenato della competitività; ansia e frustrazione costante ma soprattutto non si è di fatto risolto lo 'storico problema dell'accesso a Medicina come più volte affermato dalla ministra stessa”.
Il ministro Annamaria Bernini fa sapere che “quella di oggi è solo la prima applicazione di una riforma che interviene su un sistema rimasto immutato per oltre 25 anni e che sta mettendo in discussione interessi consolidati, a partire dalle società di preparazione ai test che per anni hanno costretto le famiglie a spendere migliaia di euro in corsi privati. Valuteremo eventuali correttivi per il futuro – prosegue il ministro - ma di fronte a una strumentalizzazione tutta politica da parte della sinistra rispondo con i fatti e con la serietà dell’azione di governo: la graduatoria di Medicina sarà piena ed entreranno tutti”.
Per quanto riguarda la strumentalizzazione politica è inevitabile ripensare a ciò che è avvenuto alla festa di Atreju, dove per l’ennesima volta il ministro ha subito un tentativo di censura da parte di chi da mesi la contesta. Qualcuno imputa al ministro Bernini di essere scivolata su una frase provocatoria (“siete solo dei poveri comunisti”).
Ma dal suo entourage fanno sapere che il ministro sapeva benissimo chi aveva di fronte, e intendeva prendere di mira lui, il contestatore di professione che non le consentiva di parlare. Un sistema ben oliato in cui, in ogni occasione pubblica, Bernini è stata presa di mira con una perfetta regia politica, non tanto per discutere dei problemi (legittimi) ma solo per screditare, in toto, l’azione del governo.
Bernini spiega la sua riforma
In mattinata, rispondendo a Irene Manzi del Pd in commissione Istruzione alla Camera, il ministro ha fatto sapere: "Ho chiesto di poter rendere una informativa in Parlamento giovedì, voglio spiegare la riforma in Medicina in modo compiuto. Prima si è detto che tutti avevano copiato poi che i compiti erano troppo difficili: il 28 febbraio il semestre aperto si concluderà. I voti del primo appello si compongono con i voti del secondo appello per fare la graduatoria finale. Il 23 dicembre saranno noti i voti del secondo appello, entro gennaio sarà pronta la graduatoria, sarà tutta riempita, non saranno necessarie 3 sufficienze, potremo scendere". Ci saranno quindi "debiti d'esame e formativi che applichiamo già, sono già previsti. Posti vuoti non ce ne saranno. Questa riforma è stata una illusione e un fallimento? No, i candidati sono stati trasformati in studenti universitari, 55 mila stanno dando esami, 24mila e 26 studenti entreranno a Medicina, altri potranno entrare in facoltà affini. Tutto è perfettibile, è una riforma di prima applicazione, non voglio sostenere sia la migliore del mondo ma i principi alla sua base sono inclusività, conservazione, democrazia, dare più opportunità ai giovani e al sistema per avere più medici. I risultati si verificheranno a semestre terminato".

