"Vi spiego come Atreju ha spaccato la sinistra"

Scritto il 16/12/2025
da Francesco Boezi

L'organizzatore Giovanni Donzelli: "Festa creata in casa. Campo largo senza identità, la nostra invece è chiara"

nostro inviato a Roma

Atreju come cartina di tornasole delle coalizioni, la compattezza del centrodestra e le fratture a sinistra. Giovanni Donzelli, parlamentare, responsabile organizzazione di Fdi, legge così l'edizione appena conclusa della kermesse, che guarda già al 2026 come ultimo passaggio politico prima della campagna elettorale.

Conte ad Atreju ha messo in discussione l'alleanza col centrosinistra.

"Atreju, proprio perché è senza filtri, fa emergere la realtà. Conte ha detto ad alta voce ciò che molti sanno: nel campo largo non c'è vera organicità, ma una somma di convenienze. È il riflesso di una sinistra divisa non solo sui temi - esteri, sicurezza, energia - ma sulla propria identità. Al contrario, qui è emersa la compattezza del centrodestra, anche sul piano umano".

Schlein ha rivendicato che l'assemblea Pd non è una "kermesse".

"Non entro in casa d'altri. Posso però dire che Atreju non è solo una kermesse: è una festa politica aperta a tutti, con un confronto diretto. Nelle iniziative del Pd spesso si vedono più correnti che partiti: ognuna parla a se stessa. È legittimo, ma racconta una difficoltà identitaria evidente. Noi abbiamo scelto di aprire e discutere, senza paura del confronto".

Atreju aiuta a chiarire i nodi delle coalizioni?

"Sì, perché qui le posizioni emergono per quello che sono. Il confronto diretto, fuori dall'emiciclo, mette in luce compattezze e divisioni. Succede ogni anno: anche questa volta è apparsa una maggioranza coesa e un centrosinistra disorganico su quasi tutto".

Atreju 2026 sarà l'ultimo prima delle Politiche.

"Sarà un passaggio cruciale. È presto per dire come sarà, ma una cosa resterà: la stabilità del governo. Proprio perché ultimo prima della campagna elettorale, sarà il momento per tirare un bilancio politico della legislatura. Per noi è un capodanno: si fanno le somme e si guarda alla sfida che viene".

Il successo di pubblico è legato al referendum sulla giustizia?

"No. Abbiamo parlato di giustizia, ma anche di criptovalute, sport, cultura pop, esteri, donne e famiglia. Tutti i temi, spesso con esperti lontani dalla politica. Anche il referendum, come ha detto Meloni, va valutato nel merito, non come scontro politico".

Polemiche sui costi: quanto pesa Atreju?

"I costi sono molto più bassi rispetto ad altre manifestazioni. Atreju è fatta quasi tutta in casa. Grafica, comunicazione, programma e social sono interni. Niente grandi archistar: la festa la pensiamo da soli. È il lavoro della militanza, di Fratelli d'Italia e di Gioventù Nazionale. Se esternalizzassimo tutto, i costi sarebbero proibitivi. Tutto è alla luce del sole".

Legge elettorale e stabilità restano centrali?

"C'è una comunità d'intenti nel centrodestra: lasciare all'Italia la stabilità politica. Serve a governare e a permettere scelte utili al Paese, non dettate dalla prossima campagna elettorale".

E il premierato?

"Lo abbiamo promesso e faremo il nostro dovere. Saranno gli italiani a decidere con un referendum. Vogliamo evitare i governi di palazzo, in cui governa chi ha perso le elezioni. Mantenere la parola data è un dovere politico".