Gli anni con la Lazio, il Bologna, Arianna: Mihajlovic ucciso dalla leucemia mieloide

Scritto il 16/12/2025
da Novella Toloni

Il 16 dicembre 2022 moriva Siniša Mihajlović, campione in campo e grande esempio di coraggio oltre lo sport

Tre anni fa se ne andava Sinisa Mihajlovic. Il calciatore serbo aveva solo 53 anni, quando si è arreso alla malattia - la leucemia mieloide - che lo ha portato via dopo una battaglia estenuante durata tre anni. Mihajlovic non era solo un calciatore - diviso tra difesa e centrocampo - ma anche una figura complessa: amato e rispettato profondamente per il suo coraggio e la sua grinta, specialmente durante la malattia, è stato duramente criticato e giudicato per il suo passato, le sue dichiarazioni, le sue origini. Eppure di lui, oggi, si ricorda soprattutto la tenacia e quell'attaccamento alla vita che lo hanno reso un simbolo della lotta contro la malattia.

Dal Borovo alle panchine di Serie A

Classe 1969, originario di Vukovar, Sinisa Mihajlović mise la sua prima impronta sul terreno di gioco del calcio professionistico nel 1986 nelle fila del Borovo. Dopo avere conquistato la Coppa dei Campioni nel 1991 con la maglia della Stella Rosa, Sinisa approdò in Serie A nelle fila della Roma. L'esperienza nella capitale durò due anni, prima del passaggio alla Sampdoria e poi alla Lazio, dove nei sei anni di attività vinse tutto: scudetto, Coppe Italia, Supercoppa italiana, Coppa delle Coppe e Supercoppa UEFA 1999. Appese le scarpette al chiodo, Mihajlović iniziò la sua carriera in panchina prima come vice di Roberto Mancini all'Inter poi come titolare della panchina del Bologna, società alla quale è rimasto sempre legato. Dopo avere allenato squadre di livello come Catania, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino, nel 2019 - quando scoprì di avere la leucemia - tornò a Bologna per altre tre stagioni, prima di concludere la sua carriera e dedicarsi alle cure.

La moglie Arianna e i figli

La famiglia è stata il motore di Sinisa Mihajlović sia in campo sia nella vita privata. Al centro di tutto c'è sempre stata la moglie, Arianna Rapaccioni, conosciuta a 23 anni, quando lei lavorava in tv come ballerina e lui giocava nella Sampdoria. La prima coppia "velina-calciatore", scherzò qualcuno alla fine degli anni '90, che è stata in grado di rimanere unita fino alla fine. Sposati nel 1996, Sinisa e Arianna hanno costruito una famiglia solida attorno a loro grazie ai cinque figli, Viktorija, Virginia, Miroslav, Dushan e Nicholas, che Mihajlović ha sempre indicato come la sua vera vittoria. Per suggellare il loro amore nel 2005 la coppia rinnovò i voti con rito ortodosso. Arianna Mihajlović non è mai stata una presenza defilata: è stata compagna, sostegno quotidiano e voce lucida durante la lunga battaglia di Siniša contro la leucemia. La famiglia è stata il suo rifugio e la sua forza, il motivo per continuare a lottare e a mostrarsi in panchina anche nei momenti più duri, rivelando il volto più intimo di un uomo che, dietro la durezza del carattere, custodiva un profondo senso dell'amore e della responsabilità.

La leucemia mieloide e la morte

La malattia entrò nella vita di Siniša Mihajlović nell'estate del 2019, in modo improvviso e violento, come molte delle sfide che aveva sempre affrontato. Durante una vacanza in Sardegna avvertì un forte dolore che lo spinse a sottoporsi ad accertamenti e l'11 luglio arrivò la diagnosi di leucemia mieloide acuta, una forma aggressiva di tumore del sangue. Sinisa aveva da poco compiuto 50 anni. Pochi giorni dopo, il 13 luglio, scelse di raccontarlo pubblicamente in una conferenza stampa a Bologna, senza filtri né retorica, promettendo che avrebbe combattuto la malattia "con aggressività". Nonostante le cure e il trapianto di midollo osseo affrontato il 29 ottobre 2019 all'Ospedale Sant’Orsola, con esiti inizialmente incoraggianti, la battaglia non si è mai davvero fermata e Mihajlović l'ha affrontata fino all'ultimo con la stessa fierezza mostrata in campo e in panchina, spegnendosi il 16 dicembre 2022.